RECENSIONI MOTORI
EVOLUTION 1400
(Articolo pubblicato su Delta&Parapendio n. 167, Giugno 2006. Rivisto
dall'autore in data 20/10/06))
C’era una volta il
paramotore. Questo semplice attrezzo utile per motorizzare ali da volo libero,
era parecchio divertente ma presentava molti difetti: era pesante, spingeva
poco, faceva un baccano infernale, beveva come un imbuto ed era duro da avviare.
Per fortuna il progresso tecnologico e soprattutto la creazione di propulsori
specificamente studiati per questo tipo di utilizzo, ha migliorato non poco le
cose. I moderni motori (guardacaso quasi tutti italiani) sono facili da avviare
e da gestire, consumano poco e sono silenziosi. Anche i telai si sono evoluti
migliorando la loro efficacia e comfort. I pesi da caricare sulla schiena sono
passati dai quaranta e passa kg a non più di trenta, considerando il paramotore
completo ed una congrua quantità di benzina imbarcata per avere una certa
autonomia. A volte inoltre, la passione e l’ingegno danno risultati
sorprendenti.
Il paramotore EVOLUTION 1400, nasce da una sinergia italo-spagnola nata nel 2005
e capace di proporre prodotti di sicuro interesse. Il motore infatti, é l’italianissimo
Evolution 130 della Montanari Preparazioni, una piccola ditta artigiana situata
nel cuore dell’Emilia dove, nel giro di pochi chilometri, si concentrano ben
quattro ditte costruttrici di propulsori per paramotore ed ULM: Simonini, JPX
italia, Cisco Motors ed ora anche Montanari Preparazioni. Ancora sconosciuto ai
più ma destinato a far presto parlare di sè, é proposto in Italia accoppiato ad
un telaio PXP in acciaio ad attacchi bassi; inutile sottolineare come la scuola
spagnola sia da sempre ai massimi livelli per quanto riguarda i telai con
basculanti.
Il fiore all’occhiello é però rappresentato sicuramente dal motore, le cui
specifiche di progetto erano particolarmente ambiziose: creare il propulsore più
leggero e compatto al mondo, il più semplice possibile, ma con buone
prestazioni, per far volare persone di qualunque corporatura.
A quanto pare questi obiettivi sono stati raggiunti: trattasi di un
monocilindrico a due tempi della cubatura di 127 cc (alesaggio 62 corsa 42), con
cilindro inclinato su un lato (opposto alla coppia) per un miglior
raffreddamento e per facilitare l’espulsione dalla luce di scarico di eventuali
eccessi di miscela. L’ammissione é a pacco lamellare, il riduttore é a cinghia
con rapporto di 3,7:1, il raffreddamento ad aria libera e l’avviamento é
manuale. Per ora non é disponibile la frizione centrifuga, che comunque (ci
assicura il costruttore) sarà presto realizzata.
Particolarmente studiate le fusioni del minuscolo carter con supporto del
riduttore integrato ed il castello motore. Lo scarico accordato é del tipo
tradizionale con silenziatore separato. Il risultato é un motore così compatto
da apparire sconcertante a prima vista. La profondità dalla base degli
antivibranti al piano elica é di appena 210 mm. Messo sulla bilancia completo di
tutto (anche scarico, supporto motore, airbox, silentblocks) fa registrare
l’incredibile dato di 9,85 kg, e non bisogna dimenticare che la cilindrata é
piuttosto generosa. Tuttavia sembra un 40 cc da decespugliatore, e non si
direbbe mai che possa sollevare in volo una persona di 100 kg. Eppure...
MONTAGGIO
Il paramotore EVOLUTION 1400, é realizzato interamente in acciaio inox saldato
al TIG, con tubi di diverso diametro e spessore, compresi alcuni longheroni
antitorsione a sezione quadra, molto belli a vedersi. I distanziali sono di
sezione 20x10 mm, naturalmente in acciaio, con boccole saldate; la selletta in
cordura sfrutta tutta l’esperienza PXP ed é assemblata a regola d’arte.
L’insieme é molto ben costruito ed appare estremamente robusto, forse
addirittura troppo, e sembra senz’altro destinato a durare nel tempo. Solo
alcuni particolari, come vedremo in seguito, sono migliorabili.
Alla parte centrale, comprendente il motore, il serbatoio (da 8 oppure 14 litri,
non amovibile in maniera rapida), distanziali e selletta, si fissano con velcri
i due semigusci laterali. I due semicerchi tutti interi con rete risultano un
poco ingombranti da maneggiare, ma questa soluzione é stata scelta perché
rappresenta un buon compromesso fra trasportabilità, comunque garantita su
qualsiasi autovettura, e rigidità strutturale, paragonabile a quella delle
gabbie in un sol pezzo, ed é la più veloce da montare e smontare. Peccato che le
fettucce di ritenuta della gabbia prevedano, oltre ai velcri, anche delle fibbie
autobloccanti in plastica per una maggiore sicurezza. Questo particolare, a mio
avviso superfluo, allunga un poco le operazioni di montaggio, altrimenti
rapidissimo. E’ anche vero che si può facilmente modificare.
Questo telaio ospita eliche da 125 cm, mentre per il futuro é allo studio
un’elica di minor diametro per i pesi piuma. Per il paracadute di soccorso, é
previsto l'alloggio in posizione cervicale, ventrale o sotto la seduta, tramite
apposito contenitore fornito di serie.
MISCELA
Si deve utilizzare un buon olio sintetico come il CASTROL TTS, miscelato al 3%
in volume nella stagione fredda, mentre nei mesi più caldi si può arrivare al
4%. Per quanto attiene ai depositi carboniosi, il motore EVOLUTION é
caratterizzato da una combustione particolarmente efficiente. Smontando infatti
il cilindro dopo molte ore di funzionamento questo appare sorprendentemente
pulito, più simile a quello di un quattro tempi. Ciò consente di ridurre al
minimo le incrostazioni all'interno del gruppo termico e dello scarico,
limitando al tempo stesso i consumi. Non dimentichiamoci infatti che questi
motori sono ben lontani dall’avere come esigenza primaria quella delle
prestazioni, anzi, devono poter erogare la giusta potenza, nè più nè meno, ed
offrire in quell’ambito un comportamento lineare, dolce e progressivo; devono
poter fare tante ore senza manutenzione e soprattutto devono consumare poco,
altrimenti sarebbe inutile costruire un paramotore leggero per poi caricare
chili e chili di carburante. Questo cilindro inoltre é un 130 e dovrà competere
con i più piccoli 80 e 100 cc in fatto di consumi.
AVVIAMENTO
Il motore é dotato di decompressore manuale, da azionare prima dell’avviamento.
La maniglia per il lancio si trova, nell’esemplare di preserie in mio possesso,
sul lato destro nella parte alta del telaio, comoda da azionare a terra, ma
impossibile da raggiungere una volta in volo. La forza da esercitare é in ogni
caso medio-bassa, grazie anche alla grande puleggia. Meglio però prevedere una
escursione ampia del braccio. Il carburatore é dotato di pulsante di sblocco
della membrana, per consentire il riempimento del circuito con l’apposita
pompetta. Il motore parte facilmente con un filo di gas e borbotta regolarmente
al minimo dopo un poco di riscaldamento, con una fluidità e una silenziosità
molto piacevoli. Anche l’avviamento a caldo dopo qualche minuto di fermo non
richiede malizie particolari, il carburatore é separato dal collettore tramite
un inserto isolante e non scalda mai eccessivamente. L’unica accortezza sarà
quella di pompare sempre un poco di carburante prima del lancio se il motore è
stato fermo un po' e di tenere su di giri il propulsore per qualche secondo una
volta in moto, per fargli mangiare le bolle d’aria eventualmente formatesi nel
circuito di alimentazione.
SUL BANCO PROVA
Ho avuto modo di vedere il propulsore in funzione sul banco dinamometrico in
diverse configurazioni ed in differenti condizioni climatiche. Il costruttore
dichiara 17 hp a 9450 rpm, prestazione sostanzialmente confermata dai
rilevamenti sul banco che fanno registrare una spinta statica massima che si
attesta sui 55 kg circa, con elica bipala in legno da 125 cm. Sono valori che
consentono di mandare in volo con disinvoltura persone fino a 100 kg di peso
corporeo.
E’ possibile lasciare girare il motore al minimo (1950-2050 rpm) per un tempo
indefinito, senza che la carburazione si ingrassi o la candela si imbratti.
Ridando gas il mezzo accelera senza esitazioni e senza fare fumo. C’é un punto
fisiologico di carburazione leggermente magra tra i 2000 e i 3000 giri, per cui
dando gas di colpo dal minimo il motore tende a morire, specialmente da freddo e
con l’elica in regresso a terra. E’ sufficiente aprire con una certa
progressione nei primi millimetri. Vietato quindi (cosa comunque sbagliata con
qualsiasi motore) sgasare tipo moto da cross. Per lo stesso motivo il
riscaldamento si deve effettuare nell’arco tra i 3000 e i 5000 giri, a gas
costante per quanto necessario.
SPINTA/PESO
L’esemplare in mio possesso, completo di tutto (con serbatoio da 8 litri, senza
paracadute di soccorso), pesa a secco 22,5 kg, un risultato eccellente che
colloca l’EVOLUTION 1400 tra i paramotori più leggeri in circolazione. Sarebbe
certamente possibile rinunciare ad un pizzico di rigidità e robustezza dello
chassis (ricordo interamente in acciaio di buon spessore), finanche esagerate,
per guadagnare ancora un paio di chili, ma già così il rapporto spinta/peso si
colloca intorno al valore di 2,4, un ottimo risultato.
IN VOLO
Allacciati i cosciali, che sono integrati nel pettorale, e la fibbia degli
spallacci, si impugna la manetta del gas e ci si alza, operazione resa facile
dal peso contenuto. Quindi si aumenteranno progressivamente i giri per scaldare
il motore, operazione da fare accuratamente nella stagione invernale essendo
questo un motore che non gradisce girare a basse temperature. La manetta é
comoda ed ergonomica e dotata di fibbia per agganciarla da qualche parte a
portata di mano mentre, ad esempio, ci si prepara al decollo, senza per questo
lasciarla penzoloni; anche in volo si può appendere al pettorale o alle spalline
per scattare foto in aria calma, essendo possibile bloccarla al regime
desiderato tramite apposita coppiglia.
Dando gas si apprezzerà la corposa spinta di questo piccolo motore, notevole fin
dai regimi inferiori; spinta che unitamente al peso insolitamente basso regalerà
decolli molto corti e ripide salite. Sedersi é facile con un minimo di abitudine
anche senza aiutarsi con le mani, l’unica accortezza sarà mantenere i cosciali
ben tesi per non scivolare troppo in basso in decollo, e gli spallacci non
troppo tirati. Vietato lasciare i freni dopo lo stacco per eventualmente
aiutarsi con le mani, come per tutti gli attacchi bassi é conveniente
agganciarli alla clips magnetica o passarli entrambi in una mano. La coppia di
rovesciamento (destra) si nota un poco in decollo e salita, ma é molto ben
ammortizzata nonostante la cilindrata. L’asse di spinta e il distanziale destro
disassati lavorano molto bene in tal senso. La rumorosità é contenuta,
specialmente di scarico, mentre é più avvertibile rispetto ad altri motori il
suono dell’elica che in questo caso ha una pala piuttosto importante essendo una
media cilindrata. Il disco elica risuona molto solo al di sopra dei 7000 giri,
almeno con questo telaio e rete. Le vibrazioni sono relegate al di sotto dei
5000 giri, quindi sotto al regime di volo livellato, e non sono assolutamente
fastidiose. A lungo andare si notano solo sui distanziali, che sono abbastanza
larghi e spigolosi e premono un po’ sotto le braccia per i piloti di piccola
corporatura. A costoro consiglio di applicare semplicemente un sottile strato di
neoprene.
L’erogazione é morbida e lineare fin dai 3000 giri, facile trovare il volo
livellato ed accelerare da qualsiasi regime. L’assenza di frizione e le
caratteristiche del propulsore regalano una gradevole sensazione di morbidezza e
fluidità. L’entrata in coppia si verifica a cavallo dei 7000 giri, ma dosando
opportunamente il gas si riesce a fermare il propulsore, che non rifiuta nessun
regime di rotazione, in qualsiasi punto della curva di coppia. In questo modo si
troveranno a proprio agio piloti di qualsiasi corporatura, i più pesanti
apprezzeranno la spinta generosa, i più leggeri sfrutteranno la dolcezza di
funzionamento ai bassi regimi.
Provando a mantenere piena potenza per un po’ (cosa da non farsi mai con nessun
motore!) il piccolo duetempi continua a cantare regolare senza dare segni di
stanchezza, ed in pochi minuti ci si ritrova in orbita (attenzione ai limiti di
legge!).
Molto buona la comodità in volo, la posizione di guida é naturale e la selletta
dialoga correttamente con la vela, senza risultare eccessivamente ballerina in
rollio o beccheggio. Anche dando e togliendo gas di colpo, i movimenti del
telaio sul beccheggio sono molto dolci e mai eccessivi. Il comportamento
generale é improntato alla stabilità. Nei wingover o in turbolenza é sufficiente
assecondare l’ala per mantenere la calotta uniformemente sotto carico.
L’ingresso in spirale é rapido dalla parte destra, per effetto della coppia. In
accelerazione a causa della forza centrifuga il sistema si stabilizza e non c’é
nulla da segnalare. In uscita, come sempre, é opportuno togliere gas. Agevole
gonfiare l’ala in assenza di vento e fare le orecchie grazie alla posizione
delle bretelle.
Nell’utilizzo reale in volo (quindi non solamente a gas costante in livellato)
ho riscontrato un consumo medio contenuto in circa 3 l/h, che con il serbatoio
in dotazione da 8 litri significano una autonomia teorica di 2,5 ore, mentre con
quello da 14 litri si arriva a 4,5 ore.
RIAVVIAMENTO IN VOLO
Sarebbe certamente possibile vista la facilità di avviamento, ma l’assenza di
una carrucolina di rinvio nella parte alta del telaio (o in basso per il piede)
rende inattuabile il tentativo. Si tratta di un particolare facilmente
risolvibile anche in proprio utilizzando una o più carrucole come quelle per il
cordino dello speed, e che per ora il costruttore ha tralasciato di prendere in
esame. Data la leggerezza dell’insieme e gli attacchi bassi, é comunque
possibile per chi lo desidera, utilizzare il paramotore per far quota e poi
planare sfruttando le ascendenze. Non sarà necessario infatti spegnere il
motore, potendolo lasciare girare al minimo o a bassi regimi per ore senza alcun
problema.
PREGI/DIFETTI
Pregi sono la spinta generosa, il peso contenuto, la robustezza e la semplicità
generale. Anche l’estetica é senz’altro accattivante. La velocità di montaggio e
smontaggio é una caratteristica che molti apprezzeranno, a patto di sostituire
le fibbie dentate con semplici anelli. Il comfort e l’efficacia in volo inoltre,
é ai massimi livelli nel variegato mondo degli attacchi bassi basculanti.
L’assenza di frizione, se non é proprio un difetto, é invece una caratteristica
che potrebbe non piacere ad alcuni. E’ evidente infine la provvisorietà di
alcuni particolari, almeno nell’esemplare in mio possesso.
PROGRAMMA MANUTENZIONI
Ogni 5 ore: controllare il serraggio di tutte le viti, dadi, bulloni.
Controllare usura e tensione della cinghia del riduttore.
Ogni 25 ore: controllare gli elettrodi della candela (BCP 7 ES, distanza
elettrodi 0,7 mm). Se necessario sostituire.
Ogni 50 ore: sostituire la candela e la cinghia del riduttore, pulire
carburatore; controllare ed eventualmente sostituire la lana di vetro del
silenziatore.
Ogni 100 ore: decarbonizzare testata e luce di scarico, controllare elasticità e
tenuta dei segmenti, delle lamelle di aspirazione e della membrana del
carburatore, sostituire la lana di vetro del silenziatore;
Alle 200 ore: sostituire pistone, gabbia a rulli, paraolio, guarnizioni;
sostituire bulloni elica e prigionieri del cilindro e del collettore di scarico,
silentblocks.
Ogni due anni (anche a motore fermo): sostituire l'intero circuito carburante,
tubazioni e pompa manuale, membrana carburatore;
Alle 600 ore: sostituire albero motore.
.......
Davide Tamagnini