REVOLUTION
(Da Delta & Parapendio n. 171, ottobre 2006)
Il mondo del paramotore sembra conoscere in questi ultimi tempi
una fase di accelerazione, di fermento di idee e soluzioni tecniche, sia a
livello di vele che di motori e telai. In questo quadro prolifico si è inserita
prepotentemente una piccola casa anglo-francese fondata nella seconda metà degli
anni '90 al solo scopo di sviluppare e promuovere ali specifiche per il volo
motorizzato.
Michael Campbell-Jones è il padre di Paramania, ed è notoriamente stato il primo
ad applicare profili marcatamente autostabili alle vele da paramotore, fin dal
lontano 1997 con la storica "Reflex". Dopo la proficua collaborazione con Dudek,
cessata da qualche tempo, ora Paramania prosegue per la propria strada con una
gamma di ali completamente rinnovata: Revolution (intermedia) ed Action GT (performante),
assemblate in casa GIN e importate in Italia da Fly Castelluccio. Oggetto di
questa prova è la REVOLUTION, un parapendio singolare e dal carattere molto
originale. Alla stregua dei grandi statisti del passato, che nel bene e nel male
erano ricchi di carisma e personalità, anche l'intermedio di casa Paramania non
ammette compromessi: o si ama o si odia.
Costruito in modo ineccepibile in tessuto Porcher NCV da 44 e 37 g/mq, presenta
un allungamento in piano di ben 5,6 punti che sembrano però di meno a causa del
numero non elevato di celle (50) e delle enormi bocche dei cassoni, che si
aprono su ampie porzioni del bordo d'attacco a mezzaluna e che si alternano a
qualche cassone chiuso. Il fascio funicolare in Technora esibisce diametri
decisamente generosi, ed ogni particolare della struttura denota chiaramente
l'intenzione di costruire una aeronave capace di resistere a carichi elevati e
destinata a durare nel tempo. Mike ha le idee chiare: la spessa sezione alare è
autostabile, i trim sono parte integrante del pilotaggio e lavorano su di una
escursione mostruosa, di più di 20 cm. Le estremità sono rastremate
all'indietro, con una corda ampia nei terminali e piuttosto squadrate e
inclinate a guisa di derive. La struttura gonfiata è tesa e pulita, qualche
grinza si nota solo sull'intradosso a trim chiusi a causa della forma convessa
del profilo in questa zona, costretto invece ³ad appiattirsi².
GONFIAGGIO
Una volta regolati i trim sulla posizione di decollo marcata con una cucitura
sulla fettuccia (che peraltro tende a sfilacciarsi e scomparire col tempo),
corrispondente a circa il 20%, potrete procedere al gonfiaggio sicuri di poter
contare su di un'alzata facile, leggera, senza tendenza al sorpasso e quel che è
strano nemmeno al rallentamento o all'impuntamento tipico dei profili
autostabili. L'unico difetto è una certa sensibilità al vento laterale che
obbliga ad una accurata disposizione a terra, pena l'innesco di oscillazioni in
rollio tentando di raddrizzare la calotta con la spinta del motore, che
difficilmente si risolveranno in un decollo se non c'è un minimo di brezza in
aiuto. Nei gonfiaggi fronte vela invece, il bordo d'attacco un po' pesante ha la
spiacevole abitudine di ricadere in avanti chiudendo le bocche; per il resto
molto facile. Complessivamente un buon comportamento.
DECOLLO
In attesa della spinta erogata dal propulsore la calotta è piuttosto tollerante
in presenza di vento, come sempre però è meglio non esitare e darci dentro di
motore e gambe mentre quelle specie di palettoni che stanno al posto degli
stabilo penseranno a mantenere l'ala nel flusso del vento relativo che si viene
creando, semplificandovi la vita. La portanza non tarderà a farsi sentire, il
decollo avverrà con naturalezza, cabrando un poco, dopo un allungo appena più
deciso del solito. Dopo lo stacco è necessario prendere un po' di velocità
supplementare rasoterra, senza forzare. Il rateo di salita a tutto gas, in virtù
di una buona velocità sulla traiettoria ed una efficienza niente male, è molto
buono con motori vivaci, la sensibilità alla coppia generata dall'elica
praticamente nulla.
VOLO A TRIM CHIUSI
La fibbia di regolazione dei trim è talmente morbida da non garantire il loro
corretto bloccaggio nella parte bassa, quando le file "C" e "D" sono in
trazione. La cosa può risultare antipatica ma è sufficiente usare accortezza al
momento del rilascio, muovendo verso l'alto la fettuccia per favorirne il
bloccaggio. A trim chiusi inoltre la parte che rimane svolazzante è talmente
lunga da arrivare vicino alla gabbia e da potersi in teoria impigliare da
qualche parte in fase di gonfiaggio, anche se alla prova dei fatti non ho mai
avuto problemi.
In aria l'ala è veloce, vola su di un binario a circa 35 km/h con i trim a
contatto, con una richiesta di potenza solo un pelino superiore alla media.
I movimenti sul beccheggio sono appena abbozzati e non richiedono controllo.
L'escursione dei freni è ampia, sono piuttosto duri e l'ala tollera molto bene
un utilizzo "smanettone", senza mai scomporsi, e rimanendo lontana dai rischi di
stallo. E' impossibile quindi con questa vela sovrapilotare o provocare
pendolate degne di nota in beccheggio o rollio se la cosa non è voluta. Per
virare infatti occorre agire sui comandi con una certa decisione, e se il vostro
telaio lo consente accompagnare col peso. La reazione del mezzo sarà pronta ma
ammortizzata, la maneggevolezza è buona con un carico alare adeguato ma la
REVOLUTION restituisce una sensazione "gommosa" sul rollio e il comportamento
generale ricorda quello di un deltamotore: richiede un po' di fisicità in più
rispetto ad altre ali. La somiglianza con l'ala flessibile non si ferma qui:
l'intermedio Paramania è fino ad ora l'unico parapendio da me provato che vede
peggiorare la risposta in rollio togliendo completamente motore. Dovrete tenerne
conto in atterraggio, potreste rimanere sorpresi le prime volte! La velocità a
mani alte è elevata e la reattività in manovra relativamente blanda senza la
trazione del propulsore, ragion per cui l'avvicinamento richiede una tecnica
adatta. Per la stessa ragione non è vela ideale per sfruttare le ascendenze di
debole intensità, anche se a dire il vero il tasso di caduta a trim chiusi e con
un po¹ di freno non è male e la virata si può mantenere piatta e piuttosto
efficiente. Il difficile é seguire le bolle piccole e deboli nei loro frequenti
capricci.
Sotto motore invece, agendo sui comandi senza tanti complimenti e sfruttando le
pendolate in rollio, con la complicità della stabilità in beccheggio e la
resistenza al collasso tipica di questi profili, si può giocare a chiudere le
virate di potenza e a fare un po' i funamboli, se si ha l'esperienza adeguata,
in maniera molto divertente e sicura... Ma che fatica!
VOLO A TRIM APERTI
Rilasciando totalmente la spanna di escursione dei trim la REVOLUTION vi
proietterà in un altro pianeta. La velocità aumenta fino a circa 45 km/h (a
livello del mare) ed anche qualcosina in più se il carico è importante. Il
centro di pressione avanza talmente da far diventare il bordo d'entrata una
specie di trave in legno; la stabilità è assoluta, inutile e dannoso qualsiasi
intervento sui comandi, che diventano come di marmo. L'ala si infila decisa
controvento, taglia la turbolenza e vi porta in qualsiasi luogo in maniera
rapida e sicura, tanto da chiedersi a cosa possa servire il rinvio
dell'acceleratore. Correzioni della traiettoria si fanno col peso, col cordino
dello stabilo o uno dei trim.
Il motore a queste velocità serve tutto, scordatevi il SOLO con elica da 90 e i
consumi contenuti, ma è sempre una bella sensazione disporre di un velivolo in
grado di cavarvi d'impaccio con una buona rapidità ed un assetto
al quale corrisponde la massima stabilità.
VOLO IN TURBOLENZA
Il rapporto REVOLUTION/turbolenza è particolare, come tutto in questa vela.
Incontrando aria mossa è meglio dare velocità (come in delta) rilasciando i trim,
e non toccare più i freni, anche se l'ala coi suoi movimenti inviterebbe a
farlo. Il mezzo trasmette tutto sugli elevatori e niente sui comandi, tanto che
è un peccato volarlo con gli attacchi alti perchè si perde qualche passaggio,
anche se il profilo fa volentieri tutto da solo.
La calotta rimane ben stabile sulla testa (come il delta...) ma strattona le
bretelle in maniera piuttosto secca (come il delta!) e nervosa con brevi impulsi
che possono sorprendere le prime volte. Le tensioni sull'apertura alare si
disperdono con piccole oscillazioni in imbardata e brandeggi delle semiali. In
realtà non succede nulla, l'ala non si smuove da lì e tantomeno chiude, anzi in
condizioni mosse potrete andarvene a spasso lasciandovi tutti gli altri alle
spalle. Attenti però a non esagerare, i cumulonembi hanno la meglio anche sulla
REVOLUTION...
SPEED SYSTEM
Una volta rilasciati i trim, col paesaggio che già scorre veloce sotto di voi,
se proprio volete esagerare avete ancora la pedalina da spingere. Vi accorgerete
così come nel cordino dell'acceleratore siano nascosti altri 10 km/h, e per
quanto di questo passo si proceda a tutto gas, la stabilità è ancora buona.
Certo ci vuole del fegato per spingere un'ala floscia a queste andature e
probabilmente è meglio limitarsi alla prima parte di escursione della pedalina,
o al solo uso dei trim, anche perchè procedere a tutto gas è un esercizio
sfizioso ma poco salutare per i nostri motori e comunque poco redditizio. Sempre
rilasciare i trim e alzare le braccia prima di azionare lo speed.
ORECCHIE
Meglio lasciar perdere.
STALLO DI "B"
Impossibile da innescare a meno che non siate ercole e ben zavorrati...
SPIRALE
Finalmente un bel sistema per scendere rapidamente, e quanto rapidamente!
Con i trim al 30% bisogna insistere un po' per entrare ma poi si affonda decisi
e si precipita verso il suolo in un battibaleno. L'uscita è facile e la
restituzione scarsissima, e diventa possibile, anzichè mantenere la
configurazione per molto tempo, provocare una serie di affondate successive
mettendo le bocche verso il basso con interventi decisi di freno nel momento
giusto, per poi lasciare riprendere e ricominciare da capo nella picchiata
successiva. In questo modo la manovra è più sopportabile, ma il tasso di caduta
medio comunque elevato. Bello e divertente.
ATTERRAGGIO
Si può fare sia con i trim a battuta che al 20%, e non presenta problemi di
sorta. Meglio solo evitare le "esse" a bassissima quota, lasciare invece
velocità e raccordare rasoterra. L'ala sostiene bene anche a freni affondati e
questo consente atterraggi "soft" in ogni condizione.
CARICO ALARE
Consiglio di caricare bene la REVOLUTION, inutile cercare di farla diventare
quello che non è. Con un buon carico, sui 100-110 kg per la 26 e 120-130 per la
28, disporrete di un mezzo ben in pressione e veloce come pochi, con una buona
capacità di manovra, e non avrà importanza se a trim ³off² serve motore o se per
decollare dovrete allungare un paio di falcate in più, poichè la REVOLUTION non
è pensata per questo.
PREGI & DIFETTI
Avrete già capito come velocità e stabilità siano le doti principali di questo
parapendio per paramotore divertente e sicuro. La gamma di velocità sfruttabili
infatti è tra le più elevate in assoluto, e l'impegno di pilotaggio
corrispondente tutto sommato contenuto. Tuttavia, alle andature più sostenute la
richiesta di potenza è elevata e presuppone l'utilizzo di motori adeguati.
Qualche accortezza inoltre è consigliabile nella preparazione al decollo in
merito alla direzione esatta del vento presente nel momento del gonfiaggio,
anche se debole, e al corretto bloccaggio delle poco mordaci fibbiette dei trim.
A CHI LA CONSIGLIO
Nonostante la stabilità e l'ampia escursione dei comandi non consiglierei la
REVOLUTION ai principianti della disciplina, a causa di una velocità un po'
troppo alta e della gestione dei trim di corsa lunga. Questa vela rappresenta un
modo di volare "diverso", alquanto differente dalle classiche ali da volo libero
e che certamente apre nuove possibilità per chi abbia intenzione di viaggiare e
fare strada in PRM, ma che richiede un minimo di adattamento. La vedo idonea per
chi abbia almeno un annetto di volo motorizzato alle spalle e desideri un'ala
veloce e solida, senza compromessi, che non si faccia fermare da un po' di vento
e turbolenza, capace magari di sostituire degnamente il vecchio ATLAS 21 che ora
prende polvere dentro la sacca, abbandonato in qualche hangar...
Davide Tamagnini