ANGOLO DI INCIDENZA

SFATIAMO UN MITO
 

Sarà vero che sotto motore si vola con un angolo di incidenza maggiore che non in planata?
 

Questo é quanto comunemente i piloti di paramotore credono. Infatti, come si può facilmente osservare in figura 1, il sistema ala + pilota e motore riceve una spinta aggiuntiva a motore funzionante che, evidentemente, genera un momento.


Figura 1:

Dopo il transitorio il tutto ritorna in una situazione di equilibrio diversa per via del momento di cui sopra. Questa nuovo equilibrio vede la vela leggermente più arretrata e il pilota leggermente più avanzato rispetto allo stato di partenza.
Ciò comporta senz'altro un diverso angolo di assetto, intendendo come assetto l'angolo formato dall'asse longitudinale del velivolo con l'orizzonte. L'angolo di assetto però, non coincide affatto con quello di incidenza, quest'ultimo come é noto essendo l'angolo con il quale il vento relativo incontra la corda alare.

Figura 2:

Prendiamo in esame dapprima la situazione in volo planato, senza spinta, come si vede in figura 2. Avremo una situazione di traiettoria stabilizzata discendente, nella quale l'aeronave sfrutta una componente del peso per vincere la resistenza, e la risultante aerodinamica é uguale ed opposta al peso.
Immaginiamo ora di applicare una certa trazione alla massa sospesa. Per effetto dell'inerzia, in un primo momento il pilota tenderà ad avanzare e la calotta a rimanere ferma, ed in questo frangente l'incidenza all'aria aumenta sicuramente. Per questo motivo é insidioso, specialmente con motori molto potenti, dare tutta manetta di colpo, magari agendo contemporaneamente sui comandi, infatti l'angolo di incidenza si può avvicinare pericolosamente a quello di stallo. Nel giro di qualche istante però, e probabilmente dopo qualche oscillazione se non si é dato gas con progressione, l'ala vincerà la sua inerzia e seguirà il motore lungo la nuova traiettoria.
Il punto é proprio che, in questa nuova condizione di equilibrio, é la traiettoria ad essere inclinata diversamente, non il vento relativo rispetto all'ala. E' infatti assolutamente impossibile che l'ala voli lungo una traiettoria stabilizzata, con una incidenza diversa da quella stabilita dal costruttore (se non agendo sui freni, trim o pedalina, ovviamente). Il parapendio é un insieme di corde, e le corde si possono tirare solo per il senso della lunghezza.

Figura 3:

Come si può vedere in figura 3, le varie forze che agiscono sulla massa sospesa, il peso e la spinta del motore, si sommano e cambierà la direzione delle forze, non il fatto che alla fine queste forze agiscano sul profilo sempre e solo "tirandolo", allo stesso modo che fa il peso in planata quando il motore non c'é o é al minimo. Cambia la traiettoria lungo la quale si volerà (angolo di assetto), non l'incidenza dell'ala nel vento relativo (angolo di incidenza).

Figura 4:

Come meglio esemplificato in figura 4, la risultante delle varie forze applicate sul pilota (trazione e peso), é sempre uguale e contraria alla risultante delle foze aerodinamiche agenti sull'ala (portanza e resistenza). In mezzo c'é il fascio funicolare, che "congiunge" le due forze. Per inciso, essendo in genere l'asse di spinta leggermente orientato verso l'alto sotto motore, una componente della trazione va a contrastare direttamente il peso, e la risultante che ne deriverà non é molto diversa (se non per direzione) dal solo peso in volo planato. Ne consegue che il carico alare non aumenta (anche qui, solo in transitorio), o aumenta di poco, e la velocità é più o meno la stessa.

Allora perché sotto motore percepiamo una maggiore stabilità e pressione della calotta rispetto al volo planato con motore al minimo? Essenzialmente perché, questa componente in più data dalla trazione, non viene mai a mancare anche quando il pilota oscilla e "sobbalza" in turbolenza, situazione nella quale invece, il peso può per un istante diminuire la sua influenza. Il carico alare é, quindi, più stabile.


Ebbene, detto questo, possiamo ora specificare che, sotto motore, é in parte vero che il profilo assume una incidenza di poco (poco!) più cabrata che in volo libero, ma non per i motivi che tutti comunemente ritengono. Abbiamo visto come, infatti, l'angolo di assetto cambi anche in misura consistente per effetto della trazione. Questo comporta, prendendo in esame un aspetto finora trascurato, ovverossia la massa della vela, un piccolo momento cabrante dovuto al fatto che questa massa (dai cinque ai sette/otto kg) ha il proprio baricentro non più sulla verticale dell'asse pilota/vela. Questi chilogrammi tenderanno in questo modo a "cadere" all'indietro esercitando una piccola influenza, questa volta sì, sull'angolo di incidenza, tanto maggiore quanto sarà cabrato l'angolo di assetto.
...Un altro motivo per preferire vele leggere!

Davide Tamagnini

TORNA